La cessione del quinto è un tipo di prestito il cui rimborso avviene attraverso la decurtazione automatica dello stipendio da parte del datore di lavoro. Rappresenta uno strumento di finanziamento utile per tutti i lavoratori dipendenti, pubblici o privati, che abbiano bisogno di ottenere un prestito personale, a prescindere dalla loro possibilità di offrire garanzie reali e dal fatto che abbiano subìto pignoramenti o che abbiano già contratto mutui.
La cessione del quinto rappresenta un prestito personale rateizzato la cui caratteristica principale sta nella modalità di pagamento delle rate stesse, che vengono trattenute direttamente dalla busta paga, nella misura, appunto, di un quinto del salario netto percepito mensilmente. Per questa ragione, il richiedente deve necessariamente avere un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o una pensione; diversamente da altre tipologie di prestito, però, la busta paga rappresenta in questo caso l’unica garanzia richiesta insieme al Tfr maturato, e i dipendenti non sono tenuti a motivare la necessità del finanziamento. La cessione del quinto dello stipendio è concessa da banche e da intermediari finanziari autorizzati, in base a requisiti di anzianità del lavoratore (almeno 1 anno per i dipendenti pubblici non statali, 4 anni per quelli statali, variabile per i privati) e di stabilità delle aziende in cui sono impiegati.
Chi ricorre alla cessione del quinto dello stipendio può chiedere un importo variabile in base allo stipendio percepito, fermo restando però che il numero di rate mensili può variare da 12 a 120 (vale a dire, per un periodo massimo di dieci anni). Noi di Offerte Prestiti, però, sconsigliamo di ricorrere alla cessione del quinto per importi di natura modesta, visto il Taeg mediamente elevato.
L’intermediario che concede il prestito, infine, è tenuto per legge a stipulare un’assicurazione che copra il rischio di morte o di perdita di lavoro del richiedente. Le norme che regolano la cessione del quinto dello stipendio sono il Dpr 180 del 5 gennaio 1950 e il Dpr. 895 del 28 luglio 1950, poi modificato dalla legge 80/2005.
Sempre più italiani fanno ricorso a questa forma di finanziamento, che ha visto un vero e proprio boom nel corso del 2015: le erogazioni sono infatti cresciute del 40% nel giro di un anno, e del 100% nel solo mese di dicembre. L’importo totale ammonta a circa 7 miliardi di euro, pari al 10% dei prestiti complessivamente erogati da banche e finanziarie nel 2015. Tale accelerazione può essere spiegata con il crescente numero di offerte rivolte a pensionati, grazie alle convenzioni con Inps e Inpdap, e alla relativa semplicità di accesso al credito anche per protestati e cattivi pagatori. La cessione del quinto, infatti, è disponibile a chiunque abbia un reddito fisso da lavoro dipendente, a prescindere da altre verifiche patrimoniali o amministrative. Il limite principale per l’importo richiedibile è dato proprio dall’entità delle rate, che devono garantire il pieno rimborso del prestito entro il periodo concordato senza eccedere la misura del quinto della busta paga mensile.
La cessione del quinto rappresenta un prestito personale rateizzato la cui caratteristica principale sta nella modalità di pagamento delle rate stesse, che vengono trattenute direttamente dalla busta paga, nella misura, appunto, di un quinto del salario netto percepito mensilmente. Per questa ragione, il richiedente deve necessariamente avere un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o una pensione; diversamente da altre tipologie di prestito, però, la busta paga rappresenta in questo caso l’unica garanzia richiesta insieme al Tfr maturato, e i dipendenti non sono tenuti a motivare la necessità del finanziamento. La cessione del quinto dello stipendio è concessa da banche e da intermediari finanziari autorizzati, in base a requisiti di anzianità del lavoratore (almeno 1 anno per i dipendenti pubblici non statali, 4 anni per quelli statali, variabile per i privati) e di stabilità delle aziende in cui sono impiegati.
Chi ricorre alla cessione del quinto dello stipendio può chiedere un importo variabile in base allo stipendio percepito, fermo restando però che il numero di rate mensili può variare da 12 a 120 (vale a dire, per un periodo massimo di dieci anni). Noi di Offerte Prestiti, però, sconsigliamo di ricorrere alla cessione del quinto per importi di natura modesta, visto il Taeg mediamente elevato.
L’intermediario che concede il prestito, infine, è tenuto per legge a stipulare un’assicurazione che copra il rischio di morte o di perdita di lavoro del richiedente. Le norme che regolano la cessione del quinto dello stipendio sono il Dpr 180 del 5 gennaio 1950 e il Dpr. 895 del 28 luglio 1950, poi modificato dalla legge 80/2005.
Sempre più italiani fanno ricorso a questa forma di finanziamento, che ha visto un vero e proprio boom nel corso del 2015: le erogazioni sono infatti cresciute del 40% nel giro di un anno, e del 100% nel solo mese di dicembre. L’importo totale ammonta a circa 7 miliardi di euro, pari al 10% dei prestiti complessivamente erogati da banche e finanziarie nel 2015. Tale accelerazione può essere spiegata con il crescente numero di offerte rivolte a pensionati, grazie alle convenzioni con Inps e Inpdap, e alla relativa semplicità di accesso al credito anche per protestati e cattivi pagatori. La cessione del quinto, infatti, è disponibile a chiunque abbia un reddito fisso da lavoro dipendente, a prescindere da altre verifiche patrimoniali o amministrative. Il limite principale per l’importo richiedibile è dato proprio dall’entità delle rate, che devono garantire il pieno rimborso del prestito entro il periodo concordato senza eccedere la misura del quinto della busta paga mensile.
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