Il prestito delega o prestito con delegazione di pagamento è un finanziamento con rimborso tramite trattenuta automatica dalla busta paga: il meccanismo è analogo a quello della cessione del quinto dello stipendio, e costituisce un’integrazione proprio di quest’ultima forma di credito. Anche nel caso del prestito delega, infatti, il rimborso avviene ad opera del datore di lavoro, che è per l’appunto “delegato” al pagamento delle rate tramite trattenuta diretta dalla busta paga del dipendente. La detrazione non può superare un terzo dello stipendio netto, detraendo l’eventuale rata dovuta per la cessione del quinto; la durata del prestito varia tra i 24 mesi e i 10 anni. Il prestito con delega si può sommare alla cessione del quinto per ottenere un importo complessivo superiore, ma la rata mensile complessiva non dovrà mai superare i due quinti della busta paga. Il finanziamento non è finalizzato e potrà essere rimborsato nel corso di dieci anni o meno. La principale differenza tra il prestito delega e la cessione del quinto? Nel primo caso il datore di lavoro non è tenuto a procedere al pagamento automatico, ma dovrà concedere espressamente il proprio permesso prima che scatti la decurtazione automatica; alcune amministrazioni pubbliche, inoltre, non ammettono questa forma di prestito.
Il prestito delega, previsto dagli articoli 1269 e seguenti del Codice civile e regolato dalla legge 180/1950 e dal Dpr 895 del 28 luglio 1950, è uno strumento di finanziamento personale, a tasso fisso e non finalizzato, cui possono far ricorso tutti i dipendenti pubblici o privati con contratto a tempo indeterminato e un’anzianità lavorativa di almeno 6 mesi.
La documentazione richiesta per richiedere un prestito delega include un documento d’identità, il codice fiscale e una busta paga, che rappresenta l’unica garanzia insieme a un’assicurazione che copra le eventualità di morte o perdita del posto di lavoro del debitore. Non essendo finalizzato, il prestito delega non deve essere motivato; inoltre, può essere richiesto anche da chi è già incorso in disguidi o protesti di pagamento. A discrezione del lavoratore, il debito può essere estinto anticipatamente previo il pagamento dell’importo residuo non ancora saldato e di una penale che si aggira solitamente intorno a un massimo dell’1 per cento. A differenza di quanto accade nel caso della cessione del quinto, tuttavia, il prestito delega non è disponibile ai pensionati, né vi è alcun obbligo legale che costringa il datore di lavoro a concedere il proprio benestare alla richiesta del dipendente.
Tra gli operatori finanziari specializzati in prestiti con delega, vi ricordiamo Banca Carige, Prestitempo, Conafi ed altri ancora. Per ciascuna di queste società potrete trovare nel nostro portale una scheda sintetica che riepiloga Tan, Taeg e altre condizioni applicate al prestito delega.
Il prestito delega, previsto dagli articoli 1269 e seguenti del Codice civile e regolato dalla legge 180/1950 e dal Dpr 895 del 28 luglio 1950, è uno strumento di finanziamento personale, a tasso fisso e non finalizzato, cui possono far ricorso tutti i dipendenti pubblici o privati con contratto a tempo indeterminato e un’anzianità lavorativa di almeno 6 mesi.
La documentazione richiesta per richiedere un prestito delega include un documento d’identità, il codice fiscale e una busta paga, che rappresenta l’unica garanzia insieme a un’assicurazione che copra le eventualità di morte o perdita del posto di lavoro del debitore. Non essendo finalizzato, il prestito delega non deve essere motivato; inoltre, può essere richiesto anche da chi è già incorso in disguidi o protesti di pagamento. A discrezione del lavoratore, il debito può essere estinto anticipatamente previo il pagamento dell’importo residuo non ancora saldato e di una penale che si aggira solitamente intorno a un massimo dell’1 per cento. A differenza di quanto accade nel caso della cessione del quinto, tuttavia, il prestito delega non è disponibile ai pensionati, né vi è alcun obbligo legale che costringa il datore di lavoro a concedere il proprio benestare alla richiesta del dipendente.
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